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giovedì 12 gennaio 2012

everybody needs a Willy :-)


A gennaio, si sa, il ritmo di lavoro riprende in maniera direttamente proporzionale alla scomparsa degli "out of office" dalle caselle di posta elettronica.
Personalmente, al sesto giorno di messaggi introdotti da Buon anno/Buon rientro/E' stato piacevolissimo lavorare con lei durante tutto il 2011, ho smesso di scrivere convenevoli di circostanza – specialmente a quelli che in base a bizzarre supposizioni, mi hanno chiesto come ho trascorso le vacanze a casa in Romania...

Anno nuovo chiama a sé l'inevitabile lista di nuovi propositi, da aggiungere puntualmente a quelli che si trascinano dall'anno scorso e da quelli precedenti. Sorvoliamo pertanto sull'argomento e sui temi più gettonati per non tediare ne' chi scrive ne' chi legge - vale a dire l'autore e pochi adepti
Anno nuovo porta con sé le novità di rito dei colleghi: chi torna con il taglio di capelli nuovo, chi con gli occhiali nuovi, chi con le tette nuove (che se sono veramente il risultato dell'allattamento, I wish I can get pregnant now, buon Dio). Poi c'e' chi arriva carico di idee nuove che dovrebbero teoricamente portare una ventata di freschezza nella pesante, quotidiana eurocrazia, idee immediatamente smontate nella prima riunione di unità di gennaio. Ed infine c'e' chi cambia i regolamenti interni, le procedure, gli accordi inter-istituzionali e si spinge fino all'organigramma pur di non cambiare di fatto nulla, come nella miglior visione gattopardesca.


Pensavo ai cambiamenti e alle giornate che passano sempre troppo in fretta mentre assistevo la settimana scorsa alla "svestizione" dell'albero di Natale, un timido abete nano piazzato un po' in disparte in un angolino della nostra caffetteria. Palla dopo palla, filo dopo filo ed ago dopo ago, del gioioso sempreverde non e' rimasto che un triste tronchetto – che ancora giace inerme nel solito angolino, dove rimarrà molto probabilmente fino alla prossima festività cristiana – peraltro deriso da tutti quelli che passano a prendere il caffè.
Poi, all'improvviso, mentre guardavo il tronchetto e pensavo alla lista delle cose da fare che mi attendeva sulla scrivania, ho visto lui: Willy, o l'uomo del termostato. E lì ho avuto l'illuminazione.

L'uomo del termostato è l'addetto alla risoluzione di tutti i problemi tecnico-pratici dell'edificio. Le sue competenze spaziano dalla riparazione di un rubinetto che perde acqua alla verifica del funzionamento degli estintori, dalla sostituzione delle lampadine alla regolazione, appunto, del termostato in ciascun ufficio. Non importa quale numero si chiami o quale sia il difetto segnalato, quando la voce metallica dall'altro capo del ricevitore ti congeda dicendo che "un addetto passerà e si occuperà del problema" ci si puo' ragionevolmente aspettare che arrivi lui. Willy. Soprattutto, non importa che si tratti di un guasto non imputabile ad una persona specifica o che la temperatura rilevata nell'ambiente sia di 25 o 5 gradi, Willy dirà che e' comunque colpa tua
Ora, nonostante l'espressione burbera e perennemente incazzata del soggetto in questione, trovo stranamente che ci sia qualcosa di rassicurante nell'uomo del termostato. Nel solo fatto di poter contare su di lui e sulla predica che inevitabilmente toccherà ascoltare una volta sollecitato il suo intervento. Nel fatto che passano le stagioni, crollano i dittatori, delirano i mercati e aumentano i prezzi, ma lui è sempre lì, noncurante, con la salopette da lavoro blu, e sembra non preoccuparsi di nulla fuorché del filtro dell'aria calda manomesso da qualche incompetente (ovvero io, nella sua logica). Nel fatto che, malgrado tutto, ogni problema con lui e' risolvibile.

E così, mentre lo guardavo borbottare qualche cattiveria contro quel che restava dell'albero, ho ceduto e ho segretamente pensato anch'io al mio buon proposito per il duemiladodici.
Mi piacerebbe imparare a prendere tutto un po' più alla leggera, a cominciare da me. A dare il giusto peso alle cose, e a trovare il tempo per la felicita' prima della serieta'. A ragionare con la pancia, e non sempre necesariamente con la testa. E convincermi che in fondo a tutto si può trovare rimedio. 
Anche al mio termostato.

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