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giovedì 12 maggio 2011

mi consola il consolato

questa mattina tappa (indovina?) al Consolato, che e' sito in una ridente stradina parallela all'elegante Avenue Louise, piu' precisamente tra una tavola calda libanese e un night club di dubbio gusto - un po' come i lampadari nella sala d'aspetto...
Altri timbri, altre firme e altri 12 euri poiche', e' bene saperlo, i certificati rilasciati dai comuni italiani all'estero sono validi per due mesi (a discrezione dell'impiegato allo sportello, chiaro, ma il periodo oscilla tra i due e i tre); la breve attesa è stata ingannata tra la lettura di un libro e il tentativo di carpire parole dalla conversazione delle vicine, in un dialetto che sembrava del sud, e molto molto stretto.


Tutto questo perché è da settembre che tentiamo di registrarci qui in Belgio come coppia convivente - un po' per amore e un po' per pagare meno imposte :-) - ma pare che, ahimè, questa convivenza non s'ha da fare, giacchè sono cinque volte che andiamo in comune e ogni volta c'è una novità: la prima volta mancava la traduzione, la seconda non c'era il timbro dell'ambasciata, la terza il database non era stato aggiornato, la quarta il database è stato aggiornato male, la quinta e piu' recente, i documenti erano improvvisamente scaduti. 


E l'ilarita' vien dal fatto che qualche giorno fa, durante il notiziario alla radio, è andato in onda uno speciale sulla situazione delle coppie conviventi a Bruxelles, e l'impiegato comunale intervistato (che probabilmente lavora come umpa-lumpa alla fabbrica di cioccolato, data la credibilità) esordiva spiegando che "registrare il proprio status di conviventi in Belgio è molto facile: basta recarsi al proprio comune di domicilio con un documento d'identità e un certificato di stato civile". Azz. Allora devo essere io a non aver capito nulla, o a finire sempre allo sportello sbagliato. 

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