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giovedì 22 ottobre 2009

COnFFEEssioni

non conoscevo l'inquietudine


fino a quando, durante una delle quotidiane salite e discese via ascensore, ho sollevato lo sguardo per posarlo sulla tabella indicante nomi e numeri da contattare in caso di guasto.


Thyssenkrupp.






non conoscevo l'inquietudine


fino a quando non ho realizzato che é usanza tipica locale 'abbellire' il proprio ufficio con immagini che ricordano a ciascuno il proprio paese. qui accanto ad esempio abbiamo l'intero catasto della bulgaria travestito da poster e una decina di bandierine inneggianti alla patria slovena.


stavo pensando di appendere salami, peperoncini e di adibire l'armadietto a riserva vinicola.



vedi mai mentre aspetto il servizio manutenzione.

sabato 10 ottobre 2009

happy up here


comincia tutto così.
con una lettera.
comincia tutto con una lettera, che generalmente è una maiuscola, a meno che non si tratti di adepti del filone chinaski e allora la lettera è sempre una lettera ma minuscola, il che non ne modifica l'essenza ma la forma. e si sa che in un mondo di forme è talvolta l'essenza a render vivi. e a dar forma alle cose.
l'essenza dunque, l'essence come la chiamano qui, ed inizia tutto così, alla ricerca del cuore della questione, del problema o della rissa, a seconda delle circostanze.
inizia con una lettera e con la volontà di scoprire quel che sta dietro a quella lettera.

inizia così una storia, un improvviso cambio scena, una nuova fase, inizia in fila davanti allo sportello della posta, inizia in un ascensore, inizia quando ci si riconosce per strada con una cartina in mano e allora si ride, ci si guarda negli occhi e si cerca l'essenza, the essence, e il più delle volte si finisce a farlo passando attraverso degli stereotipi, attraverso l'ovvio imbarazzo degli inizi, attraverso sant boniface e la grande place, ci si guarda e si ride perchè ancora una volta abbiamo dimenticato il badge a casa o ci siamo persi per qualche piano.

perchè è così che tutto ha inizio. perdendosi. e accettando di farlo.

ci si guarda, si ride, e allora si torna all'imbarazzo di cui sopra, per poi proseguire ciascuno per la propria strada e rincontrarsi, darsi tacito appuntamento al prossimo smarrimento, al prossimo coffi breik, alla prossima leffe bevuta d'un fiato, mentre ascolto dave douglas e penso che in fondo non ti ho mai perso di vista, che non ho mai voluto farlo e così aspetto di perdermi. per le strade di questo posto che a volte stonano col resto del mio mondo. tra le nuvole, quando mi addormento e di colpo atterro, in un paese che non è più il mio.

mi perdo, e tutto ricomincia da capo. seguendo una lettera, come nell'aeroporto. come nei corridoi. come in questa casa. che è inizio e fine di una parentesi. di un volo. di un punto.

(d)a capo.
Fin quando avrai voglia di perdermi.