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mercoledì 7 dicembre 2011

vacanze (e rimostranze) di natale 2011

Con un po' di anticipo rispetto alla bella tradizione italica che vuole (se non erro) che gli addobbi natalizi si preparino rigorosamente dal giorno dell'Immacolata, è arrivato nel reame Saint Nicolas – alter ego più alto e slanciato di Babbo Natale, meglio noto dalle Marche in giù (molto giù) con il nome più popolare di Sande Niccóle, San Niccòl di Beri et similia. Da qualche giorno il Santo dall'inquietante cappello si aggira per la città vecchia e vaga per i centri commerciali distribuendo biscotti alla cannella che lo ritraggono in varie pose e fattezze (Santo Nicola a pesca, Santo Nicola impiegato del catasto, Santo Nicola speculatore finanziario, etc.).
Prevedibile conseguenza: moltitudini triplicate per le vie del centro e drappelli di bambini facinorosi nei pressi degli ipermercati in fila per ricevere caramelle e speculoos – più o meno le stesse scene vissute qualche settimana fa a Milano davanti alle Coin per la vendita del Napapijri democratico, con la sola differenza che l'evento non e' oggetto di un servizio di 5 minuti su Studio Aperto.

Oltre al Santo, anche i quotidiani (gratuiti e a pagamento) fanno del loro meglio per ricordarci che tra il virus dell'HIV in aumento, l'ennesimo trionfo dei luoghi comuni in occasione dell'ennesima conferenza sul clima, Plasmon e Barilla che combattono a suon di macine e stelline e un paese dell'Eurozona a rischio di default ogni settimana… possiamo serenamente concederci una pausa e iniziare a stilare la nostra wishlist. Great :)
Secondo un articolo di un quotidiano online locale, pare che in vetta ai nostri desideri ci siano quest'anno il Kindle e le varie tavolette, che ancora dividono gli entusiasti (quale la mia dolce metà) dai detrattori (io). Seguono i vari iPod, iPhone, iMac, iScarf, iSoap, ma colpisce il fatto che faccia in classifica capolino il denaro contante (da preferirsi ai buoni acquisto, come giustifica l'acuto giornalista). In Regno Unito pare invece che sotto l'albero ci si aspetti di ricevere uno stock di pillole del giorno dopo, sempre utili da tenere a casa assieme al Lasonil e all'aspirina, vedi mai che nel clima gaudente delle festività natalizie ci si ritrovi con gli obiettori di coscienza in consultorio e la farmacia chiusa.

In attesa della vigilia e dei tanto attesi doni, i primi pacchi sono già arrivati: Santo Nicola ha portato ai belgi un nuovo governo (cinquecentoquaranta giorni dopo aver ricevuto la letterina) guidato da un premier di origini abruzzesi, omosessuale ed asessuato linguistico (definizione ufficiale), e nello stivale una manovra che sembra farà bene al paese come il pane pizza ai celiaci. L'Europa ha trovato invece sotto al pino una bella proposta di riforma dei trattati, e pur dovendosi barcamenare tra vertici e scioperi del personale, ha fatto sapere di apprezzare beaucoup il fatto che il nuovo primo ministro italiano sembri asessuato aussi come il suo collega belga – specie se paragonato al predecessore.
Dovremmo dunque poter sperare in una nuova fase, fatta di riunioni di gabinetto ed incontri bilaterali degni di questo nome e che non si prestino più a fraintendimenti – vedi il capitolo cene eleganti e acquisti di immobili all'insaputa. 

Che si sappia però: pessimismo e contatto con la realtà saranno ammissibili ancora per poco. O almeno non oltre il ventitre dicembre, quando auspicabilmente saremo già tutti a casa (dopo aver smadonnato un giorno intero in autostrada/treno/aeroporto causa traffico/ritardi/neve), pronti a sacrificare la dieta in nome del Tartufone e a regalare a parenti ed amici gli intramontabili cofanetti bagno doccia+crema corpo+candela profumata. Soprattutto, a spegnere la televisione ed evitare il telegiornale per un po'. 

martedì 25 ottobre 2011

assessori ed assassini



Non ci sono due modi identici di fare la stessa cosa. Neanche se a farla è la stessa persona. Neanche quando si tratta di sbagliare.

Credo sia un po' questo il principio alla base di questa nuova generazione di test psico-attitudinali importati dagli Stati Uniti, patria per antonomasia della libertà - di sbagliare, appunto. Quei test che non vogliono misurare le conoscenze accademiche o teoriche, bensì aspirano a valutare le competenze individuali di un candidato inserito in una situazione lavorativa verosimile. Il che, a detta dei geni plurilaureati autori dei nuovi sistemi di valutazione, dovrebbe rivelare con buona certezza il comportamento probabile del soggetto quando quest'ultimo si troverà ad affrontare un dato problema nella vita reale d'ufficio.

Tradotto in termini pratici, la brillante tecnica in questione riesce in realtà a tirar fuori il peggio delle persone - qualora sia questo uno degli obiettivi auspicati, allora sì che i suoi autori possono essere considerati dei geni. Nello specifico, il peggio di cui sopra si declina poi in molteplici sfaccettature: dalla palese menzogna relativa alle proprie capacità salvifiche alle manie di protagonismo degne del Re Sole, passando per il finto disinteressato buonismo e la "sindrome dell'incompreso" (che solitamente affligge chi, arrivato sul luogo dell'esame, si accorge per un qualunque motivo di essere il diverso: l'unico con una cravatta a pois, l'unica con la camicia a maniche corte, l'unico con il diploma dell'istituto alberghiero, etc.).
Ne consegue che, qualora si faccia parte della rosa dei candidati, bisognerà accettare stoicamente l'inevitabile: vale a dire, sopportarsi a vicenda durante i vari momenti comuni previsti dalle prove del concorso e soprattutto mettere in conto che tutte le pause caffè/pranzo/spuntino (e probabilmente i pochi minuti di relax trascorsi alla toilette) verranno probabilmente condivise col Re Sole e il diverso.
L'acme si raggiunge durante l'esercizio di gruppo, in cui gli ostaggi si ritrovano attorno ad un tavolo "per cercare di risolvere con intelligenza e geniali intuizioni un problema del cazzo" (come l'ha definita, in maniera altrettanto intuitiva, un mio amico qualche tempo fa).

Consapevole del fatto che prima o poi sarebbe toccata anche a me l'impagabile avventura, ho iniziato a documentarmi sul tipo di prove che mi attendevano, sul funzionamento del centro di valutazione e prevedibilmente, sui DOs/DON'Ts che promettevano di garantirmi il successo sicuro. Mi ha sorpreso trovare al primo posto, nella lista delle cose da fare, a caratteri cubitali

SMILE AND BE POLITE.

Più che sorpreso, in realtà mi ha intristito pensare che qualcuno prima di me abbia avuto bisogno di leggerlo e qualcuno prima ancora abbia pensato che fosse una buona idea scriverlo. Non mi stupirei se fossero stati gli stessi geni plurilaureati a farlo, una volta visto il casino che hanno combinato con la loro brillante intuizione.

venerdì 23 settembre 2011

neutrino piè veloce ed altre storie

settimana pregna pregna di eventi quella che sta per volgere al termine. lauree di amici vicini e lontani, l'accordo storico tra i partiti belgi su un primo dossier per la formazione di un governo (ne restano ora solo 587, dossier più dossier meno), proteste e spazzatura infuocata per strada, manifestazioni varie ed eventuali che si svolgono puntualmente durante la pausa pranzo (nell'ordine, gruppi pro-Palestina, gruppi pro-Israele, amici del Kurdistan ed esponenti di un non ben identificato stato africano dalla bandiera colorata hanno manifestato tra la piazza del Parlamento e Schuman), centralina elettrica in fumo e conseguente interruzione di corrente in tutto il quartiere (che ha autorizzato quasi tutti gli Euro-impiegati ad andare a casa verso le 14.00, tutti tranne quelli che lavorano nel mio edificio), ennesimo tonfo delle borse, ennesimo tonfo della credibilità di chi ahimè ancora ci governa, ennesimo trionfo della retorica in scena alle Nazioni Unite, ennesimo allenatore all'Inter ed ennesimo cambiamento dell'homepage di Facebook e per finire, proprio oggi, la scoperta dell'infame neutrino più veloce della luce.

In tutti i casi summenzionati, il motto sembra essere "tutto da rifare".

E se non dovesse bastare, siamo costretti a dire ufficialmente addio all'estate e alle infradito, al kuduro e alle vesciche ai piedi e aprire le porte all'autunno, ai vestiti a strati e alle lozioni autoabbronzanti per i nostalgici. Pensando poi a cosa è accaduto in passato nella stagione che oggi si inaugura, non è ancora chiaro se sia legittimo aspettarsi la soluzione ai mali dell'umanità (Bossi e Brunetta compresi) o l'apocalisse (che potrebbe iniziare con Bossi che torna a muovere l'altra metà del viso e Brunetta che diventa gigante).

Nel dubbio, meglio affidarsi alla tradizionale scaramanzia, e toccar ferro o legno a seconda della lingua che si parla. Nell'evenienza, farsi scudo con i frammenti del satellite che nel frattempo minaccia di catapultarsi sul nord Italia. Unica nota positiva, magari colpisce Bossi.





venerdì 2 settembre 2011

sweat baby sweat - il ritorno

è ripresa da qualche giorno la routine autunnale, con i mezzi pubblici che tornano a circolare normalmente e non più a singhiozzo, le pubblicità di zaini bio, cartelle con pannelli solari incorporati, astucci in pelle umana e penne a raggi laser e - come non accorgersene - le orde barbariche di creature al di sotto di 1 m di altezza che popolano al mattino i suddetti mezzi di trasporto.
e col rientro a scuola ed in ufficio, si è ripopolata anche la palestra, in parte dovuta alla mega promozione "porta tre amici, ti regaliamo una borraccia", in parte legata al mix letale estivo cazzeggio/birra/cazzeggio/mojito/mojito/mojito/cornetto alle 4 del mattino.

nello specifico, sono tre le tipologie di gruppi che hanno attirato la mia attenzione:
1. gli aspiranti culturisti convinti che il loro sex appeal aumenti esponenzialmente in base al numero di dischi aggiunti al bilanciere (per cui ad ogni sollevamento seguono urla di dolore e nel lungo periodo ernie lombari)

2. le coppie - o i terzetti - di signori in età di mio papà (e forse più) che arrivano in outfit anni ottanta, salgono sulla cyclette con l'asciugamano al collo ed iniziano a pedalare ininterrottamente per ore, compiacendosi della rispettiva pancia e calvizie

3. gli adolescenti maschi appena entrati nella pubertà (trionfo dell'infelice combinazione baffi pelosi + ph della pelle pericolosamente acido + accenno di acne + erezioni imprevedibili) che, accecati dagli aspiranti culturisti di cui sopra, si imbarcano in imprese ben più grandi di loro - vedi infinite ripetizioni di addominali e flessioni nonostante le guance paonazze e le braccine tremanti

Ad accomunare i tre, oltre ai cromosomi XY, la solidarietà tra i membri del gruppo, che si incoraggiano a vicenda con grugniti e virili pacche sulle spalle.

Contrariamente a quanto sperato dagli esponenti del sesso forte, signore e signorine si tengono a debita distanza dalle scenette stile danza dei guerrieri Maori nonché dall'eccesso di sudore e testosterone, e preferiscono restare anch'esse in gruppo, sul tapis roulant (ora chiamato runner, per gioia degli anglofili) o sui materassini da yoga, a fare chiacchiera o a inviare sms dai loro cellulari rosa con pendagli a forma di gattini col fiocco rosso in testa.

e dinanzi a tutto questo teatrino, mi chiedo come siano riusciti i proprietari di questi gym fit wellness center club oh yeah a convincerci che pagare, anche poco, per camminare al chiuso su un nastro trasportatore ci renderà tutti meno disadattati e decisamente più cool.


domenica 14 agosto 2011

sweat baby sweat

ci sono molti modi, come dice la canzone nel mio piccolo ipod. ci sono molti modi di trascorrere la vigilia del ferragosto. a palazzo chigi c'è chi si inventa delle trovate bizzarre per risparmiare, in inghilterra c'è chi rompe vetri e a bruxelles c'è chi si iscrive in palestra. ovviamente l'ultima notizia non é finita sulle prime pagine della bbc - e non ce ne rammarichiamo - ma dopo un anno sabbatico con annesse scarpe da ginnastica appese al chiodo, era giusto dedicare all'evento un paio di righe.
in realtà, il tutto mi dà modo di raccontare qualche impressione raccolta sinora sul fantastico mondo delle palestre del luogo, non si sa mai a qualcuno venisse voglia di espatriare in funzione della possibilità di continuare a praticare o meno la deliziosa arte della stiletto gym.
premetto che, causa sporty-mamma, ho trascorso buona parte della mia infanzia e pre-adolescenza in palestra - senza che questo producesse poi evidenti benefici alla mia silhouette :) ma sicuramente, dopo aver visitato e vissuto, con diversa frequenza, in quasi una ventina di centri benessere/centri fitness/sale attrezzi/sale corpo libero etc. ho imparato a concentrare la mia attenzione su quei dettagli che fanno la differenza. e soprattutto sul pittoresco gruppo di persone che le popola.
ora, a bruxelles a quanto pare vanno di moda le palestre in stile fast-food: cartelloni, insegne e nomi tutti rigorosamente in inglese (gym, health, sculpt, crunch, new, fit, center, just, wellness, mind, body e auanasgheps), figa bionda (o figo moro) poliglotta in reception con la felpa col logo gymfitcrunch bla bla sulla tetta destra, che il più delle volte non sa neanche dove siano situati gli addominali ma ti spiega in dieci minuti tutte le opzioni per abbonarti; sale immense con una schiera di macchinari, flat tv alle pareti chiaramente sintonizzate su mtv et similia, persone che nonostante la musica di mtv sparata a palla si infilano le cuffie dell'mp3 e salgono sul runner per restarci delle ore... e in tutto questo, non la minima ombra di un istruttore o personal trainer che sia, o di un figurante che verifichi che lo sportivo della domenica non si faccia venire un'ernia con un carico troppo pesante (solitamente uomo) o facendo un esercizio in maniera scorretta (solitamente donna). l'apoteosi si raggiunge quando si scopre che è possibile anche seguire dei corsi di step e zumba, ma non con un istruttore in carne ed ossa, bensì su un'altra flat tv che proietta un dvd in sala. l'estrema riduzione del personale chiaramente spiega come questi geni del marketing riescano a praticare dei prezzi incredibilmente bassi: meno di 20 euro al mese, per un abbonamento che però ti lega obbligatoriamente al diabolico centro per un anno. strategicamente, questi mc donald's della lotta alla massa grassa sono ubicati nelle aree in cui convergono la maggior parte degli uffici, europei e non, così da non farsi sfuggire nemmeno i frequentatori della pausa pranzo. ne consegue che c'è il rischio di ritrovarsi il collega/il tipo della reception/il capo oltre che in orario di lavoro, anche sul tapis roulant. o peggio ancora, in doccia (solitamente in stile caserma, quindi tutti/e con tutto en plein air, olé).
al di là dell'alienazione, dell'assenza totale di contatto umano e di un po' di tristezza - se penso alla sciura di mezz'età intenta a seguire il corso di zumba in dvd - l'altro elemento interessante è il popolo di queste palestre. ma per questo ci sarà spazio nel prossimo post eheh

sabato 6 agosto 2011

la moda spiegata a Bruxelles

come nella migliore tradizione cinematografica d'altri tempi, il sole d'agosto ci ha sedotti e temporaneamente abbandonati, illudendoci di poter dire finalmente addio al maglioncino di cotone e al mini-ombrello perennemente in borsa. ma sono bastati un paio di giorni con temperature decisamente al di sopra della media stagionale per far sbizzarrire gli autoctoni, che non si sono certo lasciati sfuggire l'occasione offerta dal primo raggio di sole davvero estivo per esibire qualche vezzo modaiolo.
e cosi', mentre camminavo lungo rue de la Loi - una delle arterie principali che collega il centro citta' al famigerato quartiere europeo - mi e' venuto in mente questo post, che ovviamente non ha la pretesa di volersi ergere a decalogo della haute-couture, bensi' di rispolverare poche e semplici ovvietà sul buon gusto e l'eleganza che, tra una riforma della PAC e una direttiva europea sulla tutela dei consumatori, pare non siano mai giunte qui nei palazzi del potere.
come dire, la moda spiegata a Bruxelles (e non scrivo "agli idioti" per non cadere nella trappola del politicamente scorretto ma condivisibile).
iniziamo:

1. Brussels is not Paris, act accordingly. quindi care signore, smettetela di attraversare passaggi pedonali nei malfamati sobborghi di periferia come si trattasse di una passeggiata per gli Champs Elysées.
2. il fatto che quell'abbinamento di colori e capi fosse presentato cosi' in vetrina da Zara non significa che anche tu debba indossarlo allo stesso modo. soprattutto se ti sta male.
3. portare i sandali con i calzini non é consentito da nessuna religione, trattato internazionale o carta dei diritti dell'uomo, e pare si stia discutendo sul renderlo punibile con la gambizzazione.
corollario di 3. i fantasmini sono tali perché dovrebbero sparire dalla vista una volta calzate le scarpe.
4. quei terribili stivali da allunaggio con morbido pelo all'interno sono accettabili unicamente in condizioni climatiche avverse e in Alaska. in tutti gli altri casi, non possono essere considerati né appropriati, né trendy e men che meno sexy.
5. una volta e per tutte, ribadiamo che i leggings non sono pantaloni. o smettono di esserlo una volta raggiunta la pubertà.
6. spendere tutto l'ultimo stipendio per acquistare un abito maschile firmato non ti autorizza ad indossarlo con le Converse.
7. gli unici uomini rimasti a portare il gel pettinato all'indietro con qualche capello attorno sono i gangster, i sarti delle commedie all'italiana anni sessanta e i giovani arabi - che pare credano sia molto di moda.

to be continued.

domenica 31 luglio 2011

voglio vivere in pareo

mi duole un po' dovermi abbandonare alla nostalgia e alla depressione meteoropatica - poiché per chi ha scelto di espatriare suona, ahimè, come una parziale sconfitta - ma ad una settimana dai ventisei anni e sapendo che stiamo per staccare dal calendario la pagina di luglio per trovarci, ohibò, con quella di agosto (e i soliti ombrelloni e cocktail nella noce di cocco che spuntano nella fotografia di rito) non posso non chiedermi perché mai sono qui e non sulla mia solita spiaggia. e soprattutto, con un colorito sano invece del pallore europeo continentale - che ovviamente non pretenderò di abbandonare con una settimana di sole a fine mese, sigh sob.
col tempo ho elaborato la teoria secondo cui la gradevolezza climatica di un paese è (purtroppo) inversamente proporzionale al tenore di vita della popolazione. ergo, scartiamo tutti i vicini mediterranei dal portogallo alla grecia. spingendosi oltreoceano, scartiamo pure mezza america latina, causa corruzione, povertà, dispersione sociale, narcotraffico, FARC e quant'altro.
più si sale sulla mappa, più si scopre che il mondo sembra funzionare diversamente da quel che ci hanno insegnato (almeno in Italia): ed ecco la svizzera, la germania, metà francia (l'altra metà la lasciamo nei vicini mediterranei di cui sopra), l'olanda, il lussemburgo, per sbaglio anche il belgio e poi su su i paesi scandinavi, con i vichinghi, l'ikea, il salmone e le donne che fanno politica. regno unito e irlanda fanno caso a sé, ma se nell'indice di benessere facciamo rientrare i butter fingers, il soda bread, schuh e starbucks, allora possono decisamente rientrare nella categoria dei paesi del centro-nord.
ne consegue che tutti noi che abbiamo scelto di studiare spagnolo e portoghese all'università con la speranza e il sogno di andar via dalla pazza folla e aprire il famoso chiringuito su una spiaggia tropicale, siamo degli sfigati, viste le condizioni e le prospettive occupazionali della maggior parte dei paesi in cui l'apertura del suddetto chiringuito è fattibile. quindi, sempre procedendo per generalizzazioni, la scelta è o far la fame ma vivere in pareo ed infradito 365 giorni all'anno, o guadagnare qualche soldino, ma in simbiosi con gli stivali antipioggia e il cielo grigio su.

detto questo, caro regno del belgioioso, sarai pure cuore dell'europa etc etc... ma hai un clima che fa schifo. ecco, l'ho detto. 


martedì 28 giugno 2011

e la chiamano estate

Fa caldo, fa caldo, fa caldo. La media degli ultimi due giorni si attesta attorno ai 30 gradi (all'ombra, il che vuol dire che se ci si piazza alla fermata dell'autobus a mezzogiorno senza neppure l'ausilio di un giulivo copricapo non ci si puo' lamentare dopo) e la Protezione Civile del Regno del Belgioioso e' gia' in allerta. Causa anziani e bambini, o probabilmente a motivo del fatto che quando aumentano le temperature, aumenta anche il numero di biciclette in strada, con conseguenti disagi e rotture di zebedei degli automuniti (e soprattutto aria-condizionati). E insieme al caldo in ascesa, scattano automaticamente i festival di musica jazz/rock/punk/indie/folk/elettronica/allegretta ma non troppo, gli sconti strategici per i musei, le birrette sulle sponde del canale (che pare verranno sommerse da quintali di sabbia per darci l'impressione di essere lontani anni luce dalla city e gia' in mood vacanziero), la stagione dei saldi, le email di risposta automatica ad informarci che Tizio (bastardo) e' in Costa Brava a fare giochi aperitivo e non sara' di ritorno prima di fine mese, le offerte sugli antizanzare e sui prendisole in finta stoffa batik, le borse frigo gentilmente offerte dal supermercato di fiducia e – immancabili – le gelatiere (di norma utilizzate due volte prima di venir riposte nella scatola e mai piu' tirate fuori se non per venderle su Ebay).


E a chi si lamenta dell'afa, del tailleur che fa sudare, delle ascelle commosse in metropolitana, del condizionatore che non funziona, delle punture di insetto, del traffico verso le localita' costiere nel weekend e dei turisti che affollano (?) il centro, bastera' un'immagine a ricordare che, nel clima delle ovvieta', fino a pochi mesi fa ci si lamentava di altro.

mercoledì 8 giugno 2011

una settimana da dio

sette giorni tormentati, a cavallo tra un batterio killer e la caccia al cetriolo, per poi passare al successivo "porcosoia", battaglie referendarie, scandali negli spogliatoi, dubbi scioperi dei piloti gaelici e manifestazioni di non ben precisati settori nella capitale belga, sessioni parlamentari alsaziane, il supermercato sotto casa che giustifica i mancati rifornimenti asserendo di lavorare per noi da ormai tre settimane, i guasti alla metropolitana e i temporali di giugno, il divorzio tra la rai e Santoro, la lettera dal comune (!) indirizzata ai nomi sbagliati, la disperata corsa alla compilazione della dichiarazione dei redditi last-minute e la solita crescita zero del pil... sara' dunque una pura coincidenza che in questa stessa settimana arrivi mia madre :-) ?

mercoledì 25 maggio 2011

se qualcosa può andar male, lo farà (?)

Per dovere di cronaca - e non perchè ritengo che la questione abbia causato più notti insonni del dovuto ;-) -riporto con soddisfazione le ultime notizie dal fronte convivenza & comune: la settimana scorsa la ragione (o più probabilmente, la confusione mattutina) ha avuto la meglio e siamo finalmente riusciti a consegnare tutti i documenti dovuti. Presi dall'incredulità, dalla fretta e un po' dall'emozione, abbiam firmato due tre fogli ciascuno senza prestare troppa attenzione a quanto ci fosse scritto, nella speranza - beata ingenuità - che l'altro stesse leggendo per poi riassumere. Quindi possiamo solo sperare di non aver dato l'assenso ad ipoteche ventennali o a trapianti di reni. Ma a quanto pare, è filato tutto liscio e voilà, per il Regno del Belgio siamo diventati ufficialmente un couple cohabitante nel giro di dieci minuti e per la modica cifra di cinque euro.

Vinta una battaglia, ma non la guerra. O almeno, non ancora: concluso il pellegrinaggio allo sportello, ci è stato infatti spiegato che nel giro di qualche giorno avremmo ricevuto la conferma per iscritto della registrazione tramite posta. Bene. Tre ore fa, rientrando a casa, ho ritirato la posta dalla cassetta, tra cui una serie di offerte Carrefour/Lidl/Mediamarkt e lettere varie; mi appropinquo con baldanza verso l'ascensore ed apro la porta quando sento un inquietante SGUISSSHHH ... e ancora non so se per sbaglio una busta, un volantino o forse nulla sia sprofondato giusto nell'intercapedine tra ascensore e porta o se posso dormire sonni tranquilli perchè è tutto frutto della mia immaginazione.

Sta di fatto che, se mai la sfiga ha scelto di prenderci di mira, si tratta sicuramente della lettera del comune. Damn it.
 

martedì 17 maggio 2011

donna de panza

Attorno a me, solo donne incinte. E' incredibile (e un po' molesto in verita'), ma da qualche mese a questa parte mi ritrovo puntualmente circondata da gravide: a Bruxelles come in Italia, in metropolitana, al bar, nell'ascensore, al supermercato poi e' un defile' di pance over-size e mal di schiena. Sara' che sto attraversando una fase non esattamente pro baby - superata quella del lavoro minorile per spiagge e villaggi turistici - ma ho iniziato a farci veramente caso, e mi rendo conto che l'ennesima rigida stagione invernale ha mietuto vittime anche quest'anno. In primis, sul lavoro, dove fioccano congedi di maternita' - con gran gioia, per dovere di cronaca, di noi precarie in stato ben poco interessante.

A chi dice che tutto questo sia in realta' dovuto al diabolico piano del destino, che invia i suoi messaggi subliminali tentando di far scattare contemporaneamente gli orologi biologici di tutta la popolazione femminile belga e italiana, rispondo dicendo che piuttosto si rischia l'effetto opposto. E' un po' come dire di portare a termine delle missioni di pace sganciando le bombe intelligenti. Quindi destino, smettila.
E ben vengano tutte le foto, le faccine, i link sui passeggini, i sondaggi sulla scelta del nome, le ecografie, le nausee, le emozioni e gli aggiornamenti condivisi in tempo reale tramite ogni mezzo di comunicazione esistente. Ma vi prego, lasciate anche a me il diritto di cliccare su "rimuovi dalla bacheca" senza essere necessariamente tacciata di insensibilita'. Merci.



giovedì 12 maggio 2011

mi consola il consolato

questa mattina tappa (indovina?) al Consolato, che e' sito in una ridente stradina parallela all'elegante Avenue Louise, piu' precisamente tra una tavola calda libanese e un night club di dubbio gusto - un po' come i lampadari nella sala d'aspetto...
Altri timbri, altre firme e altri 12 euri poiche', e' bene saperlo, i certificati rilasciati dai comuni italiani all'estero sono validi per due mesi (a discrezione dell'impiegato allo sportello, chiaro, ma il periodo oscilla tra i due e i tre); la breve attesa è stata ingannata tra la lettura di un libro e il tentativo di carpire parole dalla conversazione delle vicine, in un dialetto che sembrava del sud, e molto molto stretto.


Tutto questo perché è da settembre che tentiamo di registrarci qui in Belgio come coppia convivente - un po' per amore e un po' per pagare meno imposte :-) - ma pare che, ahimè, questa convivenza non s'ha da fare, giacchè sono cinque volte che andiamo in comune e ogni volta c'è una novità: la prima volta mancava la traduzione, la seconda non c'era il timbro dell'ambasciata, la terza il database non era stato aggiornato, la quarta il database è stato aggiornato male, la quinta e piu' recente, i documenti erano improvvisamente scaduti. 


E l'ilarita' vien dal fatto che qualche giorno fa, durante il notiziario alla radio, è andato in onda uno speciale sulla situazione delle coppie conviventi a Bruxelles, e l'impiegato comunale intervistato (che probabilmente lavora come umpa-lumpa alla fabbrica di cioccolato, data la credibilità) esordiva spiegando che "registrare il proprio status di conviventi in Belgio è molto facile: basta recarsi al proprio comune di domicilio con un documento d'identità e un certificato di stato civile". Azz. Allora devo essere io a non aver capito nulla, o a finire sempre allo sportello sbagliato. 

venerdì 6 maggio 2011

intro


in Belgio non si dice "oui" ma "oué", e già da qui si capisce tanto
i negozianti non fanno la pausa pranzo ma chiudono alle 17.30
c'è una quantità impressionante di passeggini in ogni dove
i treni circolano sui binari opposti rispetto al resto dell'Europa


in Belgio non esiste lo stracchino
la spazzatura si butta per strada e si aspetta che il camioncino dei rifiuti passi a raccoglierla
la polizia di quartiere controlla i nomi scritti sui citofoni
si paga dovunque con il Bancomat, anche nei distributori automatici


in Belgio ci sono zone in cui gli abitanti non parlano né francese né neerlandese ma arabo o polacco
sandwich si scrive sanwich o peggio sanwish
si mangiano le cozze con le patatine fritte
una bottiglia d'acqua al ristorante costa il doppio di una bottiglia di birra

in Belgio ci si viene per curiosità
per amore
per lavoro
per caso
se non si hanno abbastanza soldi per andare in Francia
per capire se tutto sommato assomiglia alla Francia
per risvegliare una coscienza europea mai avuta
per scattare le foto al Mannekenpis
per scoprire che c'è una versione femminile e meno nota
per contare le palle dell'Atomium
per comprare scatole di praline di cioccolato come souvenir
per provare tutte le birre esposte e vomitare dopo le prime cinque
per alimentare gli stereotipi sui belgi
per conoscerli un po' meglio e superare i luoghi comuni
per avere la conferma che il posto migliore in cui vivere è sempre casa propria
per una nuova esperienza, perché dopotutto non si sta così male
anche se, per quanto ci si sforzi,
si ha sempre la sensazione di non appartenere a questi luoghi
o se non altro, non più di un cavolo a merenda.