Altri timbri, altre firme e altri 12 euri poiche', e' bene saperlo, i certificati rilasciati dai comuni italiani all'estero sono validi per due mesi (a discrezione dell'impiegato allo sportello, chiaro, ma il periodo oscilla tra i due e i tre); la breve attesa è stata ingannata tra la lettura di un libro e il tentativo di carpire parole dalla conversazione delle vicine, in un dialetto che sembrava del sud, e molto molto stretto.
Tutto questo perché è da settembre che tentiamo di registrarci qui in Belgio come coppia convivente - un po' per amore e un po' per pagare meno imposte :-) - ma pare che, ahimè, questa convivenza non s'ha da fare, giacchè sono cinque volte che andiamo in comune e ogni volta c'è una novità: la prima volta mancava la traduzione, la seconda non c'era il timbro dell'ambasciata, la terza il database non era stato aggiornato, la quarta il database è stato aggiornato male, la quinta e piu' recente, i documenti erano improvvisamente scaduti.
E l'ilarita' vien dal fatto che qualche giorno fa, durante il notiziario alla radio, è andato in onda uno speciale sulla situazione delle coppie conviventi a Bruxelles, e l'impiegato comunale intervistato (che probabilmente lavora come umpa-lumpa alla fabbrica di cioccolato, data la credibilità) esordiva spiegando che "registrare il proprio status di conviventi in Belgio è molto facile: basta recarsi al proprio comune di domicilio con un documento d'identità e un certificato di stato civile". Azz. Allora devo essere io a non aver capito nulla, o a finire sempre allo sportello sbagliato.
Nessun commento:
Posta un commento