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mercoledì 19 dicembre 2012

how Palindromair has changed my life

bottone del "nuovo post" che spunti in alto a destra dello schermo, TI ODIO (specie quando non ho tempo/voglia/ispirazione, tu mi ricordi che ho una pagina bianca da riempire... in questo, condivido il complesso dello 'scrittore-del-web' ben esemplificato in questo comic.
pero' effettivamente un post pre-natalizio e pre-pausa (un'altra :-) ) ci sta, ed e' sufficientemente para-butt da lasciarmi un margine di tre-quattro settimane per rimettermi all'opera l'anno prossimo (per usare un'espressione che a breve spopolera' ai botteghini, 'ntu culo ai Maya!).

ora, escludendo maltempo, corsa ai regali last-minute, crisi isteriche davanti al banchetto dei volontari scout che per impacchettare un libro ci mettono 20 minuti piu' sette pezzettini di scotch buttati, trionfo del buon gusto nelle illuminazioni cittadine, di quartiere e (non contenti) anche degli spazi comuni del condominio e dell'ufficio, delirio da supermercato ricolmo di gente che vaga apparentemente lobotomizzata tra il ripiano del foie gras e l'ultima aragosta dell'acquario (anche qui il menu di Natale e' leggero leggero, come chez nous :-) ), cos'e' che accomuna un po' tutti gli espatriati/esiliati in questo periodo dell'anno? mais bien sure, il volo del rientro - il piu' delle volte con la nota compagnia palindroma dal logo giallo-blu.
e la cosa che ci accomuna tutti e' il FASTIDIO. vi prego, bando al buonismo generale del tipo "eh ma si risparmia, eh ma ha la compagnia palindroma ha cambiato il modo di viaggiare (in peggio) di noi ggiovani, eh ma tutto sommato non e' cosi' male, eh ma se aspettavamo le tariffe di XXX (inserire nome di una compagnia di linea a caso) stavamo freschi, eh ma alla fine per una settimana che non ti basta un bagaglio di 10 chili, in fondo devi solo farci entrare borsa+computer+vestiti+sciarpa, cappello e guanti+regali+una tenda beduina per eventuali bivacchi in aeroporto+tutti i libri di tolkien, vedi mai l'aereo e' in ritardo+un piccolo di alce, per la compagnia". diciamolo senza timore di essere smentiti o tacciati di incontentabili choosy viziati: viaggiare a bordo di un aereo della compagnia palindroma e' un insulto al senso civico inculcatoci dai nostri nonni quando ci portavano sulla corriera e dai nostri genitori ai tempi delle prime trasferte a bordo di trenitalia (che anche li' ne avremmo di cose da scrivere, next year perhaps!).
nel caso concreto, ovvero della sottoscritta che si lamenta ma che viaggia solo con Palindromair perche' e' contenta di atterrare a 40 minuti da casa e non nei pressi del litorale laziale, il fastidio inizia gia' con l'estenuate traversata della steppa belga per ARRIVARE IN AEROPORTO. si noti che Palindromair parte dal secondo aeroporto di bruxelles, mentre un'altra compagnia low cost piu' misericordiosa parte dall'aeroporto internazionale, un aeroporto che include servizi quali Starbucks e Pizza Hut, risaputi segni di civilta' (!). ad ogni modo, gia' qui, meno mille punti per Palindromair, che mi obbliga alla trasferta di un'ora in autobus per raggiungere l'aeroporto che, per aggiungere ulteriore sarcasmo alla situazione gia' surreale, si fa chiamare "the friendly airport". sia chiaro, ben venga il servizio navetta da e per l'aeroporto, e non che io faccia parte di quella schiera di estremisti anti trasporti pubblici, anzi, au contraire. e' piu' il contesto che mi snerva che il viaggio in se'. spiego:
l'autobus per l'unfriendly airport parte dalla stazione principale di bruxelles (si definisce principale la stazione che, in una grande citta', accoglie il maggior numero di senzatetto e borseggiatori), piu' precisamente la fermata si trova praticamente al lato di un marciapiede che solitamente ospita una fila mal organizzata di viaggiatori dai piumini sintetici in tinte fluo e trolley semirigidi a cui mancano maniglie e etichette (grazie Palindromair per come tratti la mia valigia). all'arrivo dell'autobus (solitamente, riconosco, puntuale) scatta il delirio scendi-sali/scarico-carico dei bagagli, con conseguenti pestaggi, testate contro il portellone e bestemmie in varie lingue latine. la compagnia di trasporto e' gestita (credo) da belgi di estrazione italiana (come ha detto ieri la BBC, giuro, in un documentario sui lavoratori stranieri nel terziario), ma gli autisti sono solitamente Ahmed, Mohammed, Youssef e Khaled, o uno dei loro ventotto fratelli. Ahmed (& co.) e' poliglotta, o meglio credo che abbia imparato a rispondere in russo, polacco e spagnolo alle uniche due domande che gli vengono rivolte i.e. 1. scusi signore, questo e' l'autobus per l'aeroporto? e 2. quanto viene il biglietto?
dovendo gestire una mandria di turisti e i loro piumini 100% poliestere che toccandosi l'un l'altro fanno pericolose scintille, va da se' che Ahmed tralascia involontariamente l'aspetto sicurezza, e lascia aperto il portellone dei bagagli da entrambi i lati alla merce' dei passanti. per i ladri, manca una freccia luminosa e un cartello "servitevi, e' gratis" e poi ci siamo. fatti salire a bordo tutti i trasportati, il trasportatore mette in moto e si avvia in aperta campagna, dove inspiegabilmente giace l'autostrada.
fatte salve complicazioni indipendenti dalla sua volonta (vedi neve e assenza di spargitori di sale notturni), Ahmed ci conduce a destinazione in meno di un'ora, il che non e' male consierando anche i tempi dilatati dei controlli di sicurezza nel periodo natalizio. in caso di temperature polari, branchi di karibu in sosta sulla carreggiata o perturbazioni siberiane, Ahmed non parte - in compenso uno dei ventotto fratelli che quel giorno non e' di turno si offre di accompagnarci in taxi per la modica cifra di 200 euro, poco importa se i pneumatici invernali non ce li ha, l'importante e' che Allah ci guida lungo la strada (true story).
ad ogni modo, con o senza Allah riusciamo ad arrivare in netto anticipo in aeroporto. e li' iniza il travaglio in loco, tra bilance pesa-bagaglio a pagamento, solite scene di panico di passeggeri che pur di alleggerire il carico partono con addosso tre maglioni, due sciarpe e un libro nel cappuccio del woolrich, jingles musicali in tre lingue e stagisti assunti per le feste che vestiti da elfi ci ricordano, all'ingresso dell'area controlli, che ogni contenitore di liquidi eccedenti i 100 ml sara' confiscato ed offerto in sacrificio ad Odino, indipendentemente dal contenuto (per citare cose a caso: gel disinfettante per le mani, latte materno o crema antirughe al collagene estratto nelle notti di luna piena dei soli anni bisestili dalle uova di varano di komodo pagata mille mila euro su amazon).
ma questa la tengo in serbo per la prossima puntata eheh ;-)

in the meantime, Merry Xmas (o -mess, fate voi)!